1. CHE COSA SONO LE DISLIPIDEMIE

Il termine generico “DISLIPIDEMIA” si utilizza per indicare qualsiasi condizione clinica caratterizzata da un’alterazione, sia qualitativa che quantitativa, dei livelli di lipidi e delle lipoproteine nel sangue, ossia del colesterolo, dei trigliceridi e dei fosfolipidi; si può parlare quindi, anche distintamente, di ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e iperfosfolipidemia.
Negli anni recenti studi epidemiologici, indicano le dislipidemie come un importante fattore di rischio per lo sviluppo delle malattie cardiovascolari, come l’infarto del miocardio, l’angina pectoris e l’ictus, oltre all’ipertensione, al diabete mellito, all’obesità ed all’insufficienza renale cronica.
Possono essere determinate sia da difetti genetici, manifestabili sin dalla tenera età, sia da altri fattori secondari riconducibili ad uno scorretto stile di vita, all’uso/abuso di determinati farmaci, o alla concomitanza di patologie quali diabete, obesità e alterazioni endocrine.
Poiché le dislipidemie risultano condizioni cliniche asintomatiche, per la loro diagnosi clinica è consigliabile eseguire i classici esami del sangue almeno una volta all’anno.
Recentemente sono state pubblicate le nuove linee guida europee 2016 della Società Europea di Cardiologia (ESC) e della società Europea per l’Aterosclerosi (EAS) per la classificazione ed il trattamento delle dislipidemie. Secondo le nuove raccomandazioni, tutti gli uomini dopo i 40 anni e le donne dopo i 50 anni dovrebbero effettuare uno screening lipidico, che dovrebbe essere anticipato per gli individui con casi familiari di malattie cardiovascolari ischemiche.
Lo screening lipidico, dunque, dovrebbe comprendere i seguenti parametri: COLESTEROLO TOTALE, livelli di LDL-colesterolo (il cosiddetto colesterolo cattivo), senza trascurare i livelli di HDL- colesterolo (il cosiddetto colesterolo buono) ed i TRIGLICERIDI.
Tali studi hanno inoltre chiaramente dimostrato che, la mortalità per le malattie cardiovascolari aumenta progressivamente con l’aumentare dei livelli di colesterolo totale ed in particolare del colesterolo LDL. Il rischio si definisce “moderato” quando le concentrazioni di colesterolo totale superano i 200mg/dL, mentre si definisce “importante” per valori superiori a 250mg/dL, se addizionato ad altri fattori di rischio.

I livelli di LDL- colesterolo risultano ottimali se inferiori a 100mg/dL; nelle persone con più fattori di rischio (diabete, obesità e alterazioni endocrine) devono risultare inferiori a 130mg/dL; mentre nelle persone con 0-1 fattori di rischio devono essere inferiori a 169mg/dL.
Le concentrazioni di HDL invece, se superiori a 40mg/dL negli uomini e 50mg/dL nelle donne, si definiscono ottimali poiché limitano l’insorgenza di malattie cardiovascolari.
Valori di HDL inferiori, vengono invece riconosciuti come fattori di rischio, anche quando i livelli di LDL risultano rientrare nel livello consigliato (cioè inferiori a 100mg/dL).
Riguardo i trigliceridi:
– Valori inferiori a 150mg/dL indicano un basso rischio;
– Valori compresi tra 150 e 250mg/dL indicano un rischio medio;
– Valori superiori a 250mg/dL indicano un alto rischio, per cui è necessario intervenire, soprattutto se si somma la presenza di altri fattori di rischio come fumo, obesità, ipertensione ipo/ipertiroidismo, diabete ed IRC (insufficienza renale cronica).

2. CONSIGLI NUTRIZIONALI E COME MODIFICARE IL PROPRIO STILE DI VITA IN CASO DI DISLIPIDEMIE

Secondo le Linee Guida Internazionali, indipendentemente dai difetti genetici congeniti, l’approccio terapeutico più appropriato per il trattamento delle dislipidemie è rappresentato dalla modificazione dello stile di vita, ossia da una corretta ed equilibrata alimentazione accompagnata da una costante attività fisica. In molti casi anche il solo trattamento alimentare è sufficiente a raggiungere i valori desiderabili di colesterolo e trigliceridi. La terapia dietetica è consigliata anche a persone già sottoposte a trattamento farmacologico. A tal proposito, per una ottimale prevenzione del rischio cardiovascolare, sia in soggetti sani che in soggetti ad alto rischio, le recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato, per l’ennesima volta, come la “DIETA MEDITERRANEA” rappresenti il miglior modello alimentare utilizzabile.

Ecco a voi alcuni semplici consigli utili per una sana prevenzione delle dislipidemie:

1) PERDERE PESO se si è in sovrappeso: un calo di peso di circa il 5-10% rispetto al peso iniziale riduce l’ipertrigliceridemia ed il rischio coronarico legato all’ipercolesterolemia;
2) SMETTERE DI FUMARE;
3) FARE ATTIVITÀ FISICA: le persone che hanno necessità di perdere peso dovrebbero svolgerla quotidianamente per almeno 30 minuti; coloro invece che hanno bisogno di mantenere il peso corporeo dovrebbero svolgerla almeno 3 volte a settimana;
4) LIMITARE IL CONSUMO DI SALE: ridurre l’uso di sale aggiunto sia a tavola che in cucina, preferendo il sale iodato o utilizzando in alternativa spezie, erbe aromatiche, succo di limone o aceto.

5) LIMITARE IL CONSUMO DI ALCOLICI: i superalcolici sono aboliti, mentre si consiglia l’assunzione di modeste quantità di alcolici a bassa gradazione come vino e birra nella quantità di un bicchiere due/tre volte a settimana.
6) LIMITARE IL CONSUMO DI DOLCI: è consentita la marmellata senza esagerare, il miele in modeste quantità e saltuariamente il gelato ai gusti di frutta.

ALIMENTI CONSIGLIATI

 Pasta e riso (meglio se integrali);
 Patate;
 Yogurt e latte scremati o parzialmente scremati;
 Uova: consumare non più di due uova a settimana, preferibilmente alla coque, sode o come frittata in padella antiaderente (senza olio). La pasta all’uovo è consigliata una volta a settimana;
 Formaggi magri (ricotta, crescenza, robiola, formaggi a fiocchi, etc.): si consiglia di consumarli una volta a settimana;
 Tutta la verdura (cotta o cruda) preferibilmente rispettando la stagionalità;
 Tutti i legumi (piselli, fagioli, ceci, lenticchie, fave,soia);
 Carne bianca magra (pollo, tacchino e coniglio) per due/tre volta a settimana;
 Pesce Azzurro, almeno tre/quattro volte a settimana, sia fresco sia surgelato;
 Olio extravergine d’oliva: limitarne il consumo ai pasti;
 Frutta secca nelle giuste quantità: si raccomanda una porzione media di 30g al giorno;
 Salumi (prosciutto crudo, p. cotto coscia, bresaola, fesa di tacchino purché privati di grasso visibile).

ALIMENTI SCONSIGLIATI

Latte intero e grassi di origine animale, panna, burro, margarina,alimenti fritti, sott’olio, salse, salumi (salame, pancetta, mortadella, cotechino, prosciutto cotto spalla), alcolici, dolci, formaggi grassi stagionati e non (provola, asiago, mascarpone, etc.).

Fonti:

 “ Nuove linee-guida sulla gestione delle dislipidemie revisionate febbraio 2016 (2016 ESC/EAS Guidelines for the Management of Dyslipidaemias).
 “Terapia medica nutrizionale delle dislipidemie” a cura di Antonio Caretto e del gruppo di studio ADI-Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica- edizione 2009.

NUTRIZIONE E DISLIPIDEMIE

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